Le Isole Diapondia sono i primi isolotti che si
incontrando andando in Grecia. Fanno parte del distretto
amministrativo di Corfù e costituiscono un piccolo paradiso del
mediterraneo ancora poco conosciuto al turismo di massa. Sono
formate da cinque piccole isole di cui solo tre abitate: Othoni,
Erikousa e Mathraki. Sono abitate da pochissime persone che si
raggruppano esigui e pittoreschi villaggi. La natura qui è
selvaggia, le tante piccole spiagge offrono sabbia fine, relax e
privacy anche nei periodi di alta stagione.
Othoni
E' il punto più occidentale della Grecia. L’isola si estende su
10,8 km quadrati con un perimetro costiero di 30 km , dominata
da morbidi colli che toccano i 400 metri di altezza , ed è la
più grande delle tre isole che compongono le Diapontia. Trattasi
di una magnifica meta turistica, ideale per viaggi in barca a
vela, camminate e la pesca. Alla roccia dura, lucente di
cristalli di sale, si alternano la ricca vegetazione
mediterranea, caratterizzata dalle rigogliose piantagioni di
ulivi, e le casette aggraziate dei 13 villaggi isolani. Ha 120
abitanti concentrati per lo più nella cittadina di Ammos, sulla
costa sud. Le spiagge sono tutte di ciottoli accarezzate da un
acqua incredibilmente cristallina, pura e fresca, dove i pesci
guizzano veloci giocando con i raggi di sole.
L’entroterra di Othonì è favoloso, un piccolo sentiero parte da
Ammos, attraversa colline rocciose rivestite di alberi e arriva
ad Horiò (nord – est).
La leggenda dice che anche Othonì ha avuto un ruolo nella
mitologia omerica, infatti si crede che la grotta della baia di
Calypso, un’insenatura sotto il faro più piccolo all’estremo sud
dell’isola, sia il luogo in cui Calypso stregò Ulisse e lo tenne
prigioniero per tanti anni.
Una delle caratteristiche più ghiotte del folklore locale è la
gastronomia: verso l’ora di cena mille profumi si fondono nelle
stradicciole dei paesi dell’isola, uscendo dalle taverne e
stuzzicando l’acquolina dei visitatori. La cucina è di tipo
mediterraneo, genuina e caratterizzata da prodotti salutari,
come pesce freschissimo, olio e verdure. I prodotti più rinomati
sono il miele, il formaggio e il delizioso yogurt di capra,
mentre i piatti da provare sono la Pastitsada e il Sofrito.
Erikoussa è un frammento incontaminato di
roccia e macchia, in balia delle onde ioniche e della brezza
salata. Di forma rotonda con soli 2 km di diametro e circa 90
abitanti, si dice che debba la sua denominazione ai cespugli
violacei di erica (“riki” in greco) che si trovano in gran
quantità sull’isola e che la rendono riconoscibile tra le
diverse località greche. Ad impreziosire le distese di fiori ci
sono le chiome argentee degli ulivi, che affondano le loro
radici nodose nel sasso duro dell’isola e regalano, da tempi
immemorabili, olive succose da cui si ricava un olio pregiato. I
pochi abitanti di Erikoussa, in effetti, si dedicano
principalmente all’agricoltura, seguita dalla pesca e, negli
ultimi anni, da una crescente attività turistica, che fa leva
specialmente sulle vedute incontaminate di questo scoglio
incantato.
La spiaggia meridionale, dove si trova anche l’abitato di Porto,
è una enorme distesa sabbiosa dalle acque poco profonde che
attrae gente anche da Corfù. Un suntuoso sentiero porta a nord
nel verde e alla spiaggia di Pranghini.
Sostare nelle calette di Erikoussa è un’esperienza unica che
coinvolge tutti i sensi: appostandovi su uno scoglio e chiudendo
gli occhi potrete ascoltare il fischio del vento e lo sciacquio
delle onde, sentire sulla pelle le sferzate della brezza e
odorare il profumo fresco della macchia mediterranea, dei fiori
selvatici e della resina.
Mathraki Una interpretazione popolare per il
nome dell’isola riferisce che tanti anni fa Mathraki si é
incendiata e dall’athrakia (carboni) ha preso il suo nome.
E’ la meno popolata delle Diapontie, con solo 70 abitanti.
L’isola è così ricca di verde che a volte si distinguono
difficilmente i villaggi e le case. Il piccolo porto di Plàkes
ha poco più di una taverna. La spiaggia di Portèlo inizia dove
finisce il porto e si estende a sud per 3 km, con sabbia fine e
rossastra.
Se decidete di fermarvi a prendere il sole fate attenzione a non
piantare ombrelloni, bastoni o scavare nella sabbia, perché è un
sito di nidificazione della testuggine, specialmente nel periodo
estivo della riproduzione. Nella parte più selvaggia, sulla
costa ovest, ci sono alcune calette e un porto abbandonato,
accessibili solo via mare o per sentieri attraverso il bosco.
I pochi abitanti che vivono nell’isola si occupano perlopiù di
pesca e coltivazione delle olive.
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